Tensione in Egitto dopo attacchi contro chiese copte

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Egitto sono state rafforzate le misure di sicurezza all’indomani dei tre attacchi condotti in rapida successione ad Alessandria da almeno tre uomini armati contro tre chiese della minoranza cristiana copta. L’episodio più grave è avvenuto nel quartiere di Hadra dove è rimasta uccisa una persona, un fedele cristiano di 67 anni. La polizia ha arrestato due persone e l’assassino, ritenuto dagli inquirenti uno squilibrato. Ma gli assalti contro le chiese copte non sono solo il risultato di gesti folli. Ne è convinto l’inviato del Corriere della Sera, Massimo Alberizzi, intervistato da Amedeo Lomonaco:

 

R. – In Egitto c’è un clima di grande tensione. Da anni, ci sono tensioni tra copti e musulmani. Si è data la colpa ad uno squilibrato, ma in realtà probabilmente questi squilibrati, come il giovane che in Turchia ha ucciso don Santoro, sono il frutto di un clima esasperato. Sono il risultato di tensioni non tanto religiose ma economiche. In Egitto la minoranza copta è economicamente rilevante. E questo può creare invidie. Si utilizzano quindi differenze razziali e religiose per nascondere, in realtà, i veri obiettivi di natura economica.

Avanzata dei Fratelli musulmani

D. _ Quindi questi episodi sono frutto di tensioni economiche, ma probabilmente anche di mutate condizioni politiche: l’avanzata politica della formazione dei Fratelli Musulmani può, ad esempio, ostacolarein Egitto la libertà religiosa?

R. – Non credo, perché i Fratelli Musulmani sono stati sempre molto forti in Egitto. E’ vero che c’è un’avanzata politica ma sono soprattutto le tensioni, tra mondo musulmano e Occidente a creare questo clima. Per esempio, la guerra in Iraq alimenta gravi tensioni. L’acuirsi di queste tensioni ha favorito il diffondersi di raggruppamenti islamici. In Egitto e nei Paesi dove c’è una distribuzione della ricchezza molto squilibrata, l’Islam offre una promessa di benessere, di una vita migliore. E’ chiaro che le generazioni che non hanno assolutamente nulla da perdere, che sono escluse dalle leve economiche, trovano nell’Islam una “casa” per poter sperare in un mondo migliore.

La situazione della minoranza copta

D. – Qual è nello specifico la situazione della minoranza cristiana-copta in Egitto?

R. – I copti sono il 10 per cento della popolazione egiziana. Sono quindi una minoranza abbastanza consistente. Sono dunque introdotti nella società, non sono ai margini della società. Sono presi di mira dai fanatici islamici, ma io credo che siano vittime di attacchi perché rappresentano qualcosa di economicamente importante. La religione viene utilizzata e sfruttata quando si eccita il pazzo dicendo: ‘attacca i cristiani perché sono diversi da te, hanno un’altra religione, sono infedeli’. Anche se il responsabile di questi episodi è stato uno squilibrato, credo che questa follia nasca da una situazione di propaganda non anticristiana, ma in generale antioccidentale.

Foto:

Diego Delso [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], from Wikimedia Commons

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