Frati minori, p. Carballo nuovo ministro generale

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Il grande patrimonio francescano a servizio della società attuale assetata di fraternità. Con questo spirito il nuovo ministro generale dei Frati Minori, , padre Josè Rodriguez Carballo, si appresta ad intraprendere l’incarico che ieri i 142 rappresentanti dell’Ordine gli hanno affidato nel corso del 185° Capitolo generale convocato, a partire dallo scorso 25 maggio, sul tema “Fraternità in missione”. La sua elezione è avvenuta sotto la presidenza del cardinale cileno Jorge Arturo Medina Estèvez, in qualità di delegato pontificio. Padre Josè è il 119° successore di San Francesco e subentra all’italiano padre Giacomo Bini, che ha guidato l’Ordine dei Frati Minori negli ultimi sei anni. Al padre Josè Rodriguez Carballo chiediamo quali obiettivi sono emersi finora dai lavori capitolari.

R. – In queste quasi due settimane di lavori capitolari sono emersi alcuni temi che credo siano da tenere presenti per il futuro. Le priorità individuate sono: lo spirito d’orazione e devozione, la fraternità, la minorità, la povertà, la solidarietà e l’evangelizzazione.

D. – Con quale spirito si appresta ad assumere questo importante incarico e quale messaggio si sente di rivolgere alla famiglia francescana, al mondo attuale e ai giovani di oggi?

R. – Ho molta fiducia nel Signore. Tutto è possibile in Colui che ci conforta. Con questa fiducia vorrei andare avanti in questi sei anni. Alla famiglia francescana direi che dobbiamo essere fedeli a Cristo, fedeli a Francesco e a Chiara, fedeli all’uomo di oggi. Ai giovani: non abbiate paura, cari giovani; provate, tentate sul serio di fare un’opzione radicale per Gesù, per il Vangelo e vedrete che troverete una grande gioia.

Giovani e San Francesco

D. – A proposito di giovani: in un’epoca segnata anche da una crisi delle vocazioni, come si può far riscoprire loro il fascino esercitato da San Francesco e da Santa Chiara?

R. – Vivendo noi frati, suore, membri della famiglia francescana con gioia la nostra vocazione. Siamo chiamati ad offrire un messaggio che dia luce e senso pieno alla loro vita.

D. – Secondo lei, padre, come è possibile rendere lo stile francescano sempre più consono alle sfide della nostra società?

R. –  Io penso che soprattutto in questo momento la nostra società è assetata di fraternità, di minorità. Allora io credo che se noi veramente vogliamo tradurre tutto questo patrimonio francescano per la gente, dobbiamo soprattutto tentare di vivere la nostra opzione vocazionale con semplicità, in umiltà e sempre in fraternità.

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