Convocazione del Rinnovamento nello Spirito

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Con la concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, si è conclusa domenica scorsa a Rimini la 26.ma Convocazione del Rinnovamento nello Spirito, che costituisce la principale espressione del Movimento Carismatico in Italia. Il Convegno è stato arricchito dalla lettera autografa di Giovanni Paolo II che ne ha benedetto i lavori e dalla grande preghiera ecumenica innalzata per invocare la pace. Oltre 25 mila i partecipanti. Intervenuti tre cardinali, 20 vescovi, 600 sacerdoti, 400 religiose. Oltre 6 mila i nuclei familiari, 7 mila giovani e almeno duemila bambini con tre meeting a loro dedicati. Per un bilancio conclusivo delle 4 giornate carismatiche che hanno caratterizzato questa Convocazione, ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco il coordinatore nazionale del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez.

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R. – La 26.ma Convocazione nazionale dei gruppi e delle comunità del Rinnovamento nello Spirito ha visto convenire a Rimini un popolo di Dio in cammino, che desiderava capire in che modo sia possibile godere della profezia del profeta Isaia, che dice: “Quanto sono belli i piedi di coloro che portano un lieto annunzio di salvezza, di coloro che portano Gesù”. Giornate intense e caratterizzate anche da novità che poi sono state sottolineate nella lettera autografa di Giovanni Paolo II, che ha scandito, accompagnato e benedetto i lavori di questa Convocazione. Segnaliamo in modo particolare le due giornate centrali. La prima è l’esperienza della misericordia di Dio, l’esperienza della compassione: una giornata ininterrotta dedicata alla conversione dei cuori, alla riconciliazione sacramentale, all’intercessione per i sofferenti.

Tra preghiere e testimonianze

Momenti di preghiera, annunci di conversione preparavano i cuori, permettevano alla misericordia di Dio di potere, in una sorta di lavacro, di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito, toccare i nuovi, coloro che venivano evangelizzati per la prima volta, e anche coloro che conoscono la fatica del cammino della fede. La giornata del sabato, una giornata particolarmente intensa, nella quale i giovani, le famiglie, sono stati messi in evidenza come ambiti privilegiati della nuova evangelizzazione. La sessione ecumenica, che per la prima volta ha visto rappresentanti di Chiese d’Oriente, rappresentanti della Chiesa cattolica di rito non latino, praticare quell’ecumenismo spirituale così caro a Giovanni Paolo II dalla “Ut Unum Sint”, che proprio nella conversione dei cuori e nella riconciliazione interiore vede la sua forza scatenante e anche l’elemento che permette al dialogo teologico, al dialogo tra le Chiese di poter proseguire.

Messaggio del Papa

D. – Salvatore Martinez, quali significati si possono cogliere nel Messaggio autografo di Giovanni Paolo II al Rinnovamento nello Spirito?

R. – Questa lettera autografa può essere colta in 3 peculiarità. In primo luogo il profilo mariano. Lo sguardo di Maria nel giorno della Pentecoste è un punto di riferimento a sé importante nel nostro cammino che Giovanni Paolo II ha voluto ancora più fortemente sottolineare proprio nell’anno della lettera  ‘Rosarium Virginis Mariae’. Il secondo aspetto è il ringraziamento per il ministero della riconciliazione offerto dai sacerdoti che diventa causa di guarigione. Il terzo aspetto è il contributo per l’ecumenismo spirituale. Nel nome dello Spirito le Chiese si fanno più piccole, si fanno più povere.

Sfide e prospettive

D. – Quale impegno deriva per il futuro dal 26.mo Convegno del Rinnovamento nello Spirito?

R.  – Il bisogno di un rinnovamento che si incarna, che si fa sempre più storia, che guarda a questa storia con gli occhi di Gesù. Senza preghiera la fede è cieca, senza cammino, senza evangelizzazione, senza movimento dello Spirito rimane paralitica. Sarà nuova l’evangelizzazione se sarà sostenuta dai carismi dello Spirito, sarà nuova se sarà sempre più vissuta in senso ecclesiale, cioè comunitario, ed è dalla comunità che si parla, per dilatare il regno di Dio e allargare i confini della Chiesa nel mondo.

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